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9 Luglio 2025
Knowledge Management
The reform of the EU FDI screening
Questo documento offre un’analisi approfondita dell’approccio dell’Unione Europea al controllo degli investimenti esteri diretti (IED), con particolare attenzione alle diverse posizioni espresse dalle istituzioni europee sui principali temi in discussione. Viene illustrato come la Commissione Europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio convergano e divergano rispetto agli obiettivi, all’ambito di applicazione, alle procedure e ai poteri connessi al meccanismo di controllo, delineando il dialogo politico che sta contribuendo a definire il quadro normativo finale.
La prima sezione illustra le motivazioni alla base della crescente attenzione dell’UE verso un controllo coordinato degli IED, mettendo in luce le preoccupazioni legate ai potenziali rischi derivanti dagli investimenti stranieri, sia nel contesto geopolitico internazionale che rispetto alle vulnerabilità interne. A seguire, il documento presenta una cronologia dettagliata dello sviluppo dell’iniziativa e delle posizioni assunte dalle istituzioni europee.
Il nucleo del documento si concentra sulle principali questioni relative al controllo degli IED e sulle divergenze tra le istituzioni, che saranno oggetto di discussione durante il trilogo. Tali differenze riflettono un confronto più ampio tra la tutela della sovranità nazionale e l’esigenza di un coordinamento a livello UE. Si parte dalla definizione dell’ambito dei meccanismi di screening nazionali, chiarendo quali tipologie di investimenti e settori siano sottoposti a controllo, per poi analizzare gli aspetti procedurali e i criteri utilizzati per la valutazione del rischio.
Viene inoltre trattata la disciplina delle operazioni transfrontaliere, che coinvolgono più Stati membri. Centrale nell’approccio dell’UE è il meccanismo di cooperazione, pensato per agevolare la condivisione di informazioni e le valutazioni congiunte tra gli Stati membri. In conclusione, si analizza la posizione del Parlamento Europeo in merito all’ampliamento del ruolo e dei poteri della Commissione Europea.
Il documento si conclude sottolineando la necessità di trovare un equilibrio tra la tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico e il mantenimento dell’attrattività dell’UE per gli investitori stranieri, evidenziando i dibattiti ancora in corso tra le istituzioni.
Una tabella finale sintetizza le posizioni delle diverse istituzioni europee in merito alla proposta sul controllo degli IED, offrendo una panoramica delle dinamiche politiche che stanno contribuendo a definire il quadro normativo definitivo.
30 Giugno 2025
Knowledge Management
Client Alert – EU Space Act
BRUXELLES PUNTA ALLE STELLE - PRESENTATO L’EU SPACE ACT
Il 25 giugno 2025 la Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento nota come EU Space Act, muovendo così i primi passi verso l’unificazione del mercato interno delle attività spaziali.
L’iniziativa mira a trasformare il mosaico attuale di normative nazionali, caratterizzato da tredici diversi sistemi regolatori, in un unico quadro regolatorio europeo, accrescendo così la competitività dell’Unione, soprattutto nel confronto globale con Stati Uniti e Cina.
A tal fine, il Regolamento proposto poggia su tre pilastri fondamentali: sicurezza, resilienza e sostenibilità.
- Sul piano della sicurezza, la normativa introduce requisiti obbligatori di tracciamento satellitare e piani di smaltimento, affrontando la questione critica dell’inquinamento orbitale. Altrettanto rilevanti sono gli obblighi sull’uso di servizi di evitamento delle collisioni. Per le imprese, questo significa maggiore prevedibilità operativa, meno incidenti orbitanti e una drastica riduzione dei costi legati a manovre correttive.
- In termini di resilienza, lo Space Act introduce l’obbligo di valutazioni del rischio su tutto il ciclo di vita delle missioni, con una forte attenzione alla cybersicurezza e alle interferenze elettroniche. Si tratta di una svolta normativa che, oltre a prevenire blackout e malfunzionamenti, mira a combattere un fenomeno, quello degli attacchi informatici nello spazio, che ogni anno costa all’industria 1 miliardo di euro. Sono state poi introdotte misure per garantire in maniera più efficiente la continuità dei dati essenziali per settori critici come telecomunicazioni, difesa e trasporti.
- Il terzo pilastro, la sostenibilità, introduce un insieme di regole mirate a promuovere l’adozione di tecnologie a basso impatto ambientale e a prolungare la vita operativa dei satelliti. Il regolamento rende obbligatoria la valutazione del ciclo di vita delle missioni spaziali e prevede la creazione di banche dati condivise per monitorare e ridurre l’impatto ambientale complessivo. Allo stesso tempo, vengono incentivate le tecnologie emergenti, come la manutenzione in orbita e la rimozione dei detriti spaziali. L’obiettivo è duplice: contenere i costi e rendere le missioni più sostenibili ed efficienti.
In caso di violazione delle nuove norme, le aziende potranno essere multate fino al 2% del fatturato mondiale annuo o a una cifra pari al doppio dei profitti ottenuti o delle perdite evitate tramite l’infrazione. Ci sono però degli esclusi. La legge, infatti, non trova applicazione per i satelliti già lanciati e sono esentati dalla normativa anche i satelliti utilizzati esclusivamente per scopi militari o di sicurezza nazionale.
L’attenzione è stata infine rivolta anche al di fuori dei confini europei. Le aziende non europee operanti nel mercato UE dovranno avere un rappresentante legale nel territorio dell’Unione e sottostare a requisiti equivalenti, a meno che i loro paesi d'origine non siano riconosciuti come aventi una supervisione analoga (è il caso, ad esempi, degli Stati Uniti).
IL CONTESTO
L’importanza strategica del settore spaziale per l’Unione, da tempo al centro del dibattito, era già stata evidenziata in più occasioni, sia nel rapporto Letta che in quello Draghi. Orientamento poi ulteriormente confermato e fatto proprio dal Competitiveness Compass e nel Programma di lavoro della Commissione per il 2025.
La necessità e l’urgenza di questa misura era anche emersa in due comunicazioni congiunte: la EU Approach for Space Traffic Management e la EU Space Strategy for Security and Defence. In questo caso l’obiettivo era proprio rispondere alle richieste degli Stati membri di dotare l’Unione di un quadro regolatorio coerente, stabile e armonizzato per sviluppare un vero mercato interno dello spazio, in grado di stimolare innovazione e investimenti.
L’urgenza di un intervento da parte della Commissione europea non è emersa soltanto dalle istanze degli Stati membri ma si è imposta con chiarezza anche in virtù dell’evoluzione concreta nello spazio.
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati dall’esplosione delle c.d. “costellazioni” di satelliti in orbita bassa, in primis con Starlink di Elon Musk. Questi sistemi garantiscono connessioni più rapide e stabili ma al prezzo di una saturazione crescente dello spazio. Con oltre 10.000 satelliti già in orbita e una previsione di altri 50.000 lanci entro il 2030, e una relativa crescita di rifiuti, lo spazio si sta rapidamente trasformando. Questo spiega l’obiettivo dichiarato di contenere l’escalation dei detriti spaziali e imporre un controllo stringente sugli operatori del settore, prima che la situazione diventi ingestibile.
Il vero nodo, però, non è solo tecnico. Lo spazio, oltre ad essere congestionato, è anche conteso e proprio per questo l’UE intende intervenire con un quadro normativo più rigido.
È da anni che Stati Uniti e Cina si sono lanciati in una vera e propria gara per plasmare le regole dello spazio, cercando di aggregare attorno a sé blocchi di Paesi alleati. Gli USA avevano promosso gli Artemis Accords, un quadro di principi non vincolanti per la cooperazione pacifica nell’esplorazione della Luna, di Marte e di altri corpi celesti, accordo a cui avevano aderito la maggior parte dei Paesi europei. Parallelamente, la Cina aveva avanzato la sua proposta per l’uso pacifico dello spazio, puntando a costruire un fronte parallelo con Paesi allineati.
A questo quadro geopolitico, si aggiungono delle fragilità europee emerse in maniera evidente durante il conflitto in Ucraina visto il ruolo principe che la rete di Musk ha avuto nel garantire le comunicazioni durante la guerra. Proprio il fatto che un privato extraeuropeo possa controllare infrastrutture critiche ha lanciato un ulteriore segnale d’allarme a Bruxelles, spingendo l’Unione a reagire.
In sintesi, la combinazione tra l’evoluzione concreta del settore spaziale, la crescente competizione globale e le disomogeneità normative tra gli Stati membri ha reso imprescindibile l’iniziativa dell’Unione Europea di dotarsi di una normativa autonoma, rafforzando così la propria capacità di influenzare le regole del gioco a livello globale.
A sostegno di questo nuovo ruolo dell’Unione, varie figure chiave, tra cui il Presidente francese Emmanuel Macron, hanno chiesto con forza maggiori investimenti nel settore, auspicando che il prossimo bilancio dell’UE destini almeno 60 miliardi di euro alla politica spaziale. A testimoniare la determinazione francese, è arrivata anche la decisione di aumentare la partecipazione statale in Eutelsat, considerata l’alternativa europea più credibile a Starlink.
ANCHE L’ITALIA SI LANCIA NELLO SPAZIO
Lo stesso giorno in cui veniva presentata la proposta della Commissione, in Italia è entrata in vigore la Legge 13 giugno 2025, n. 89, che ha introdotto per la prima volta viene un quadro normativo nazionale organico dedicato allo spazio extra-atmosferico e alle attività spaziali, pubbliche e private.
La nuova normativa, intitolata “Disposizioni in materia di economia dello spazio”, posiziona l’Italia tra i pochi Paesi al mondo dotati di una vera e propria space law, rispondendo alle sfide geopolitiche, tecnologiche e ambientali del settore con una visione decisa e strumenti giuridici avanzati.
Il testo definisce in modo preciso le attività spaziali e introduce l’obbligo di autorizzazione preventiva per tutti gli operatori, compresi quelli italiani attivi all’estero. Stabilisce requisiti chiari in materia di sicurezza nazionale, cybersicurezza, sostenibilità ambientale, gestione dei detriti spaziali e coperture assicurative. Il coordinamento e l’attuazione sono affidati a un assetto istituzionale strutturato, con ruoli chiave per l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), il COMINT e la Presidenza del Consiglio.
La legge disciplina, inoltre, l’immatricolazione degli oggetti spaziali, regola il regime di responsabilità giuridica degli operatori e dello Stato e prevede meccanismi di revoca o sospensione delle autorizzazioni per motivi di sicurezza. Ma c’è di più: vengono introdotte per la prima volta disposizioni specifiche sugli appalti nel settore spaziale, che vanno ad integrarsi con il Codice dei contratti pubblici aprendo alla partecipazione di start-up innovative e PMI.
L’Italia e l’Unione Europea rafforzano così la loro ambizione condivisa di giocare un ruolo da protagoniste nella nuova era dello spazio. Con questo doppio avanzamento normativo, si delineano ora nuove e concrete opportunità per le imprese italiane ed europee, che potranno operare in un contesto giuridico più chiaro, stabile e armonizzato.
Bruxelles
24 Giugno 2025
Eventi
Turning EU Digital Regulation into a Catalyst for Innovation
The Institute for European Policy Making @ Bocconi University (IEP@BU) is glad to invite you to attend an informal Workshop on:
RULES THAT EMPOWER - Turning EU Digital Regulation into a Catalyst for Innovation
that will take place on Wednesday, July 2nd 2025 from 17.00 to 18.30, at Grimaldi Alliance – GA (Bd Charlemagne 23, 1000 Bruxelles).
The starting point for the discussion is the IEP@BU Report, by a group of researchers from Bocconi University and Toulouse School of Economics under the coordination of prof. Francesco Decarolis.
The digital landscape of Europe is currently undergoing significant technological and regulatory transformations. The primary challenges for the European Union lie in promoting an EU-based tech sector while managing major global trends such as the influence of dominant platforms, the rapid development of artificial intelligence, the advent of decentralized business networks, and the spread of dual-use technologies. The full report is available on the IEP@BU website
We kindly ask you to confirm your participation in the Workshop by June 25th, 2025 at this link.
The workshop is organized in collaboration with Grimaldi Alliance.
At the end of the workshop, you are warmly invited to attend an informal networking cocktail at Grimaldi Alliance (GA) as our welcome guest.
