Contro l’occupazione abusiva a Barcellona
La Corte Provinciale di Barcellona ha cambiato posizione in merito all’occupazione abusiva e ora considera che “interrompere o rifiutarsi di pagare le utenze per gli occupanti abusivi che hanno preso possesso di un immobile con la forza non costituisce reato di coercizione”. I giudici hanno anche chiarito che è necessario “verificare che le condizioni che originariamente giustificavano la misura siano ancora valide”, facendo riferimento al Real Decreto-legge 11/2020 e al Real Decreto-legge 1/2025, che prorogano la sospensione straordinaria degli sfratti per le persone ‘vulnerabili’.
Tuttavia, questo cambiamento si applica solo in circostanze specifiche. Innanzitutto, le misure riguardano solo i casi in cui l’occupazione è avvenuta con la forza—non si applicano, quindi, agli inquilini morosi (in quel caso, interrompere le utenze costituirebbe ancora coercizione). In secondo luogo, deve essere dimostrato che gli occupanti non si trovano in una situazione di vulnerabilità o che il loro comportamento costituisce un vero abuso. Infine, questa decisione vale solo per Barcellona e Girona, poiché il resto della Spagna non ha ancora adottato questo nuovo orientamento giuridico.
I tribunali stanno discutendo sull’interpretazione della legge e sulla realtà vissuta dai cittadini. Se da un lato è vero che alcuni casi di occupazione derivano da necessità, dall’altro è altrettanto vero che i legittimi proprietari spesso si sentono abbandonati. Per questo motivo è stata presa la decisione di tutelare i proprietari da chi sfrutta le falle normative (fraus legis) per approfittarsi di leggi nate per proteggere persone davvero vulnerabili. Potrebbe essere l’inizio della fine per le politiche governative anti-sfratto. Solo il tempo dirà se questo approccio si estenderà anche ad altri tribunali spagnoli.
