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Nuova Visione UE per l’Agricoltura e l’Alimentazione: Implicazioni per il Settore agroalimentare

Il 19 febbraio 2025, il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, Raffaele Fitto, e il commissario per l’Agricoltura, Christophe Hansen, hanno presentato la nuova Visione per l’Agricoltura e l’Alimentazione dell’UE. Questo documento strategico definisce le priorità per il settore agroalimentare fino al 2040, ponendo l’accento sulla semplificazione normativa, redistribuzione dei fondi della Politica Agricola Comune (“PAC”) nonché sul protezionismo commerciale e sull’innovazione alimentare.

Questa Visione emerge in un contesto di forti tensioni nel settore agricolo, acuite dalle massicce proteste degli agricoltori a Bruxelles nel 2024. Le manifestazioni hanno evidenziato la crescente insoddisfazione nei confronti delle politiche ambientali e commerciali dell’UE, ritenute eccessivamente vincolanti e penalizzanti per la redditività delle aziende agricole. La Commissione ha quindi dovuto rivedere la strategia “Farm to Fork”, privilegiando il reddito degli agricoltori rispetto a nuove restrizioni ambientali.

Le nuove linee strategiche definiscono l’orientamento che le politiche agroalimentari seguiranno nel secondo mandato di Ursula von der Leyen. Se effettivamente attuate, ridefiniranno profondamente il quadro normativo e finanziario per il settore agroalimentare, introducendo misure che avranno effetti diretti sull’ accesso al mercato, condizioni di finanziamento e regolamentazione.

Di seguito un’analisi dettagliata delle principali misure e delle loro possibili implicazioni per l’industria del settore.

Rottura con la strategia “Farm to Fork” e nuova PAC post-2027
  • Cambiamento di priorità: La nuova strategia agricola dell’UE segna una rottura con l’approccio “Farm to Fork”, riducendo il peso delle misure climatiche e ambientali obbligatorie e ponendo maggiore attenzione alla redditività agricola e alla semplificazione burocratica.
  • Redistribuzione dei sussidi PAC: I pagamenti diretti saranno più mirati verso giovani agricoltori, aziende miste e aree svantaggiate, mentre le aziende più strutturate vedranno una riduzione progressiva dei finanziamenti. La Commissione prevede tetti massimi ai pagamenti e il superamento del criterio degli ettari, con il rischio che il nuovo sistema penalizzi le aziende zootecniche più grandi.
  • Riorganizzazione dei finanziamenti: Bruxelles valuta di affidare ai governi nazionali la gestione di un unico strumento finanziario, anche per le politiche agrarie. Se approvata, questa misura potrebbe ridurre i fondi destinati direttamente all’agricoltura, aumentando la concorrenza con altri settori per l’accesso alle risorse.
  • Focus sulla sovranità alimentare: La Commissione considera mangimi, fertilizzanti ed energia come vulnerabilità strategiche e punta a ridurre la dipendenza dalle importazioni con un piano d’azione per l’autosufficienza proteica. Se finanziato con fondi PAC, questo programma potrebbe aumentare i costi di alimentazione degli allevamenti, incidendo sulla redditività del settore.
  • Impatto per il settore: La nuova PAC renderà i finanziamenti più selettivi e competitivi, con un possibile taglio dei sussidi per gli allevatori strutturati. Un attento monitoraggio è necessario per affrontare la revisione della PAC nel 2026, al fine di evitare distorsioni che penalizzino la competitività del settore e garantire l’accesso ai nuovi strumenti finanziari.
Regole più rigide per riequilibrare la filiera agroalimentare
  • Maggiore trasparenza nei prezzi: La Commissione riconosce il problema della scarsa remunerazione per gli agricoltori e allevatori nella catena del valore. Verranno rafforzati gli strumenti di regolazione, tra cui l’Osservatorio UE sulla filiera agroalimentare (“AFCO”) per monitorare le dinamiche di prezzo.
  • Revisione della Direttiva sulle Pratiche Commerciali Sleali (“UTP”): L’UE intende prevenire situazioni in cui gli allevatori vendono i propri prodotti a prezzi inferiori ai costi di produzione, rafforzando la tutela nei confronti della grande distribuzione e dell’industria della trasformazione.
  • Impatto per il settore: Queste misure potrebbero migliorare il potere negoziale degli allevatori, ma richiederanno un attento monitoraggio per garantire che l’intera filiera possa trarne vantaggio, senza squilibri normativi.
Protezionismo sulle importazioni e nuove regole per il commercio internazionale
  • Standard più severi per i prodotti importati: L’UE imporrà ai paesi extra-UE standard di produzione equivalenti a quelli europei, in particolare per quanto riguarda l’uso di pesticidi, il benessere animale e la sicurezza alimentare.
  • Rischio di ritorsioni commerciali: Paesi esportatori come Brasile e Argentina (“Mercosur”) potrebbero reagire con barriere commerciali ai prodotti europei, mettendo a rischio le esportazioni di carne e altri prodotti agroalimentari.
  • Impatto per il settore: Le nuove regole potrebbero ridurre la concorrenza sleale da parte di paesi con standard più bassi, ma allo stesso tempo aumentare i costi di produzione per le aziende europee a causa di una possibile riduzione delle importazioni di mangimi e materie prime.
Innovazione alimentare e novel food
  • Sostegno dell’UE alla carne coltivata e ai novel food: La Commissione vuole che l’Europa rimanga leader nell’innovazione alimentare, con un focus su carne coltivata, biotecnologie e biofabbricazione. È previsto un piano di finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo di queste tecnologie
  • Regole di etichettatura e trasparenza: Anche se non è ancora stata annunciata una proposta legislativa specifica, la Commissione valuterà una revisione delle norme di etichettatura per garantire maggiore trasparenza ai consumatori.
  • Impatto per il settore: Il rischio è che le alternative innovative ottengano finanziamenti e incentivi, mentre la carne tradizionale venga progressivamente penalizzata da normative più stringenti. Sarà fondamentale garantire che la regolamentazione differenzi chiaramente la carne naturale dai prodotti sintetici, evitando ambiguità sul mercato.

Implicazioni per il settore?

La nuova Visione agricola dell’UE avrà un impatto significativo sul settore agroalimentare, con una riforma della PAC più selettiva, nuove regole commerciali e un forte sostegno ai novel food e alla carne coltivata. Il rischio è che i produttori tradizionali subiscano una riduzione dei sussidi e un aumento della pressione competitiva, mentre le esportazioni potrebbero essere influenzate dalle tensioni commerciali globali.

Per affrontare queste sfide, occorre monitorare da vicino, tra le altre, le seguenti iniziative EU:

  • Riforma PAC: Garantire che la revisione del 2026 non penalizzi gli allevatori strutturati con tagli eccessivi ai sussidi.
  • Filiera agroalimentare: Seguire la revisione della Direttiva UTP per proteggere gli allevatori senza appesantire la burocrazia.
  • Protezionismo commerciale: Monitorare l’accordo UE-Mercosur per evitare ritorsioni sui prodotti europei.
  • Etichettatura e novel food: Assicurare che le nuove regole distinguano chiaramente la carne tradizionale dalle alternative sintetiche.
  • Sovranità alimentare: Valutare l’impatto della strategia UE sulle proteine vegetali per evitare aumenti nei costi di alimentazione animale.
  • Diversificazione dell’export: Espandere la presenza in mercati alternativi per ridurre la dipendenza attuale.
  • Advocacy attiva a Bruxelles: Rafforzare il posizionamento del settore nei processi legislativi UE, evitando regolamentazioni penalizzanti.

ll settore agroalimentare dovrà dunque muoversi con un’azione di lobbying mirata per difendere la propria competitività in un contesto normativo in trasformazione

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