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Diffamazione a mezzo social network: la responsabilità della piattaforma digitale per la rimozione tardiva di contenuti diffamatori patronimico

Il 15 febbraio 2023 il Tribunale di Milano ha emesso la prima pronuncia nella quale si ritiene sussistere la responsabilità di una c.d. ‘piattaforma social’ per avere omesso di cancellare contenuti illeciti caricati su un proprio sito. Con la sentenza numero 1208, infatti, la nota società americana Meta (proprietaria del social network Facebook) è stata condannata al risarcimento di danni nei confronti di tre società, che l’avevano convenuta in giudizio per avere omesso di rimuovere tempestivamente alcuni contenuti, di palese carattere diffamatorio, pubblicati da autori anonimi sulle pagine Facebook “Truffa Snaitech” e “Snaitech Truffa” e per i quali aveva rifiutato di provvedere alla cancellazione, seppur fosse stata richiesta dai soggetti lesi.
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Intelligenza Artificiale: rivoluzione positiva o rischio? Cenni sulle principali questioni giuridiche

La rapida evoluzione delle tecnologie informatiche che si basano sull’Intelligenza Artificiale e la loro applicazione nei diversi settori ha senza dubbio dato un impulso all’attività normativa a livello europeo che proprio nei giorni scorsi, il 27 aprile, è approdata ad un accordo politico raggiunto dal Parlamento europeo sull’ Artificial Intelligence Act, il primo regolamento al mondo sull’intelligenza artificiale. Si tratta di una proposta legislativa volta a regolamentare l’Intelligenza Artificiale in base al suo potenziale di danno, e a fornire regole comuni per l’avvio di nuovi prodotti e servizi sul mercato europeo in un contesto di fiducia da parte dei cittadini dell’Unione. Per il momento, il Parlamento ha confermato le indicazioni previste all’interno del testo proposto dalla Commissione Europea, anche se il provvedimento potrebbe ancora essere cambiato con modifiche di livello tecnico prima del voto in plenaria previsto per metà giugno.
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Legge antipirateria: arriva il sì dalla Camera dei Deputati

Il 22 marzo 2023, la Camera dei Deputati ha approvato, con 252 voti favorevoli e nessun contrario, il nuovo testo della legge antipirateria, detta anche legge “anti-pezzotto”, avente l’obiettivo di tutelare l’integrità delle opere di ingegno e la responsabilizzazione degli operatori sulla rete, ma soprattutto di garantire la sicurezza delle telecomunicazioni, prendendo di mira i siti che diffondono illecitamente contenuti protetti dal diritto d’autore. Fino ad oggi, è possibile contrastare tali attività illecite richiedendo il blocco e/o l’oscuramento di un sito, con riferimento al DNS (Domain Name System), ossia per quanto concerne il dominio. Con la nuova legge antipirateria potrà avvenire il blocco del sito direttamente dall’indirizzo IP, disabilitandolo. Nello specifico, il testo normativo permette all’AGCOM di agire mediante una nuova procedura di disabilitazione dei siti che trasmettono abusivamente programmi e contenuti protetti dal diritto d’autore. Ed infatti, su richiesta dei titolari dei diritti di esclusiva, l’AGCOM avrà il potere di ordinare ai prestatori dei servizi, compresi i prestatori di accesso alla rete, di disabilitare i contenuti diffusi in modi illeciti per mezzo del blocco della risoluzione DNS e del traffico di rete verso gli indirizzi IP destinati ad attività illecite.
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La pubblicità ai tempi della digitalizzazione: la nuova Linear TV Ad Break Replacement in programmatic

La Smartclip, unità di sviluppo adtech per broadcaster e servizi di streaming per l’“Addressable TV” e video online a carattere pubblicitario di RTL Group, ha annunciato il lancio del “Linear TV Ad Break Replacement in programmatic”, ossia un’implementazione tecnica dell’acquisto in modalità programmatica degli spot televisivi all’interno del break pubblicitario sulla TV lineare: essa consiste nella sostituzione digitale di uno o più spot all’interno di un’interruzione pubblicitaria o il posizionamento di un singolo spot, oltre all’erogazione di un formato simile a un “pre-roll” all’interno del programma televisivo lineare. La società si pone, quindi, l’ambizioso obiettivo di sostituire l’intera interruzione pubblicitaria o, comunque, i singoli spot sulle c.d. Addressable TV (che permettono di erogare spot specifici ad un determinato gruppo di utenti televisivi), consentendo ai brand di raggiungere il proprio pubblico con spot televisivi dedicati.
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Liquidazione secondo equità del danno da contraffazione: la recente pronuncia della Cassazione

La Suprema Corte di Cassazione, con ordinanza n. 8396 del 23 marzo 2023, si è pronunciata in merito alla liquidazione in via equitativa del danno da contraffazione del marchio, nonché i criteri da adottare per la sua determinazione. Nello specifico, la società La Farmaceutica Sas, attiva sia nel settore dei presidi sanitari che parafarmaceutici, e titolare del marchio “Omissis”, correttamente depositato nel 2004, aveva citato in giudizio la società concorrente Italfar Srl, ottenendo l’accertamento della contraffazione del marchio di cui sopra, nonché l’accertamento dell’illecito concorrenziale posto in essere dalla convenuta, con conseguente nullità del marchio “Omissis” registrato da Italfar nel 2010, inibitoria dell’ulteriore utilizzo dello stesso, fissazione di una penale giornaliera e condanna al risarcimento del danno, liquidato in via equitativa in euro 5.000,00. La pronuncia di primo grado era stata appellata da Italfar, la quale aveva sollevato diverse censure, tra cui la perdita di efficacia del marchio di titolarità della società attrice, poiché non rinnovato alla scadenza dalla prima registrazione, la divergenza tra i marchi intestati rispettivamente alle due.
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