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Il nuovo sistema brevettuale europeo – Entrata in vigore

Nel 2012, al fine di semplificare e migliorare il sistema brevettuale europeo, sono stati emanati due Regolamenti comunitari (il n. 1257/2012 ed il n. 1260/2012, i “Regolamenti”), che hanno istituito il Brevetto Europeo con Effetto Unitario (“Brevetto Unitario”), oltre ad essere stato sottoscritto l’Accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti (“Accordo”) che ha introdotto il Tribunale Unificato dei Brevetti (“Tribunale Unificato” e/o “TUB”) con giurisdizione esclusiva sui Brevetti Unitari. Le norme transitorie previste dall’Accordo, tuttavia, attribuiscono ai titolari di brevetti europei la facoltà di sottrarre ciascuno di essi alla giurisdizione del Tribunale Unificato prima che il nuovo sistema giurisdizionale diventi operativo, durante il cosiddetto “sunrise period”. Al riguardo, si segnala come una nota a firma del Presidente della Corte di Appello TUB e del Presidente del Comitato Amministrativo TUB (https://uibm.mise.gov.it/index.php/it/brevetti/brevetto-europeocon-effetto-unitario) abbia reso noto che l’originaria tabella di marcia, che prevedeva l’entrata in vigore dell’Accordo il 1° aprile 2023, sia stata modificata al fine di concedere ulteriori 2 mesi di tempo per gli adempimenti necessari. Conseguentemente, il sunrise period inizierà il 1° marzo 2023 (e non più il 1° gennaio) e l’avvio del sistema del brevetto unitario avverrà a partire dal 1° giugno 2023 (e non più dal 1° aprile).


Le prime pronunce giurisprudenziali italiane sul tema NFT tracciano un importante sentiero interpretativo

La diciassettesima sezione civile imprese del Tribunale di Roma si è resa protagonista di uno dei primi provvedimenti europei emessi in tema NFT e metaverso. Seppur ancora oggi non esiste una definizione unitaria di NFT (non-fungible token), la recente ordinanza cautelare del 20 luglio 2022 emessa dal suddetto organo giudicante si pone come garante di una disciplina dedicata a questa specifica tipologia di beni virtuali. Nel dettaglio, la nota società calcistica Juventus Football Club ha contestato, all’interno del suo ricorso, alla società convenuta, la condotta di contraffazione del marchio e di concorrenza sleale, consistente nell’uso non autorizzato dei marchi denominativi “Juventus” e “Juve”, nonché del marchio figurativo corrispondente alla maglia a strisce verticali bianco e nero con due stelle sul petto, per la produzione, commercializzazione e promozione online di carte da gioco digitali NFT, raffiguranti un noto ex giocatore con la maglia e l’indicazione della squadra. Tali marchi denominativi e figurativi sono elementi distintivi e caratterizzanti l’attività di merchandising effettuata dalla Juventus Football Club S.p.A., operante in diversi settori attraverso negozi fisici presenti nell’intero territorio italiano e siti web accessibili a tutto il mondo.
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Piattaforme streaming, privacy by design e progettazione dei trattamenti – orientamenti applicativi in Europa

Il principio di Privacy by Design è stato esplicitato dal legislatore europeo all’articolo 25 comma 1 del Regolamento (UE) 2016/679, Regolamento Generale per la Protezione dei Dati, (“GDPR”). Tale principio prevede obblighi ben precisi a carico di tutti coloro che decidono le finalità e modalità del trattamento dei dati personali, ossia dei titolari del trattamento, qualunque sia il mercato di riferimento in cui operano. Esemplare della portata del principio di Privacy by Design è il provvedimento sanzionatorio, adottato lo scorso 3 novembre 2022 dall’Autorità di Controllo spagnola – Agencia Espanola de Proteccion de Datos (“AEPD”) – nei confronti della società BURWEBS S.L., che gestisce la piattaforma di streaming di film per adulti www.muyzorraz.com. Al fine di assicurare l’accesso effettivo dei lavoratori alla tutela salariale, la Direttiva pone in capo agli Stati membri l’onere di adottare le misure necessarie in tal senso che prevedano, in particolare, controlli ed ispezioni efficaci nonché interventi che contribuiscano a sviluppare le capacità delle autorità preposte al controllo dell’applicazione dei salari minimi da parte dei datori di lavoro. Viene inoltre affermata la centralità del ruolo delle parti sociali nella determinazione ed aggiornamento dei salari minimi legali nonché la loro necessaria partecipazione all’individuazione delle misure volte a garantire l’accesso effettivo dei lavoratori ai salari minimi legali. In conclusione, la Direttiva non intende armonizzare il livello dei salari minimi nell’Unione né istituire un meccanismo uniforme per la determinazione degli stessi. Essa intende assicurare l’adeguatezza delle retribuzioni lasciando però agli Stati membri la libertà di fissare i salari minimi legali o di promuovere l’accesso alla tutela garantita dal salario minimo prevista da contratti collettivi, in linea con il diritto e la prassi nazionale.
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Metodi per fronteggiare le cyber-minacce e il nuovo Regolamento D.O.R.A.

Come noto, lo sviluppo delle piattaforme digitali utilizzate sia nel contesto produttivo/professionale, sia in quello professionale, ha fatto aumentare i rischi a cui sono esposti gli utenti, intesi sia come persone fisiche sia come società, e che hanno serie conseguenze in termini tema di danni all’immagine e alla reputazione, perdite finanziarie, oltre naturalmente alla violazione dei dati personali e illecito utilizzo di informazioni riservate.

Per questo motivo, gli Stati di tutto il mondo stanno sviluppando pratiche sempre più nuove di sicurezza informatica (la c.d. cybersecurity) al fine di contrastare l’aumento dei rischi per chi opera nel mondo digitale. Per sicurezza informatica si intende la protezione dei sistemi connessi a Internet come hardware, software e dati, dalle c.d. cyber-minacce. Essa viene sfruttata principalmente da privati e imprese per proteggere dall’accesso non autorizzato ai data center da parte di gente estranea o dagli, ormai noti, cybercriminali. La scelta del termine “security” non è casuale: la sicurezza informatica o cybersecurity protegge dati e informazioni da software dannosi, anche conosciuti con il nome di malware, e più in generale, da minacce informatiche come, ad esempio, attacchi hacker e attacchi DDoS (Distributed Denial of Service), questi ultimi aventi lo scopo di rendere inservibile un sito web o servizio online sovraccaricandolo, con richieste di accesso e spam originate da diverse fonti. Tale termine fa riferimento, quindi, a dati e informazioni contenute in un computer, network, o in generale nei dispositivi.
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